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Nebraska.
(ASI) Chiunque abita in provincia, sogna di andarsene e di ritornare vincente e molto ricco.  “Vendicarsi” dei vecchi nemici, degli amori del passato e anche gioire con gli amici di sempre sono quello che farebbero moltissimo. Woody Grant la pensa così. Il fatto che non ha lavorato sodo, non ha costruito un impero, ma pensa di aver vinto un milione di dollari grazie a una di quelle cartoline pubblicitarie, che nascondono truffe. Woody è vecchio, crede e ascolta quello che vuole, ma testardo e spesso fuori dalla realtà, non a caso con un milione di dollari comprerebbe un furgone, sebbene non abbia più la patente, e un compressore, perché un amico 40 anni prima glielo prese. La moglie e il figlio Ross lo credono un vecchio burbero pazzo, ma David (Will Forte) decide di assecondare questa follia e di fare un lungo viaggio dal Montana al Nebraska per ritirare l’ipotetico premio, facendo però tappa nel paese d’infanzia di Woody.  E lì Woody il vecchio darà il meglio di sé, facendosi credere un milionario a tutti gli effetti. Il film è gradevole, candidato a miglior film, miglior regia (Alexander Payne), miglior fotografia,  miglior sceneggiatura originale, miglior attore protagonista e non protagonista. Da segnalare la prova di Bruce Dern, vincitore come miglior interpretazione a Cannes e autore di un autorevole interpretazione comica, ma con spunti esistenziali come un vecchio alcolista che soffre di alzaheimer può dare, capace di far ridere con battute ciniche e quotidiane. Particolarità del film è l’utilizzo del bianco e nero, che danno quel tocco di malinconia e vacuità ai diversi paesaggi americani.  Ciò potrebbe indurre a pensare che questa sembra una storia di altri tempi e in effetti ha proprio questo sapore, una storia leggera come tante altre. Insomma anche la normalità è da Oscar.

Daniele Corvi-Agenzia Stampa Italia

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