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Terni. I negozianti si costituiscono in comitato e si ribellano



Comitato negozianti indignati. Un 'Tea Party' rosso verde?

 http://www.youreporter.it/video_Terni_negozianti_indignati_Il_comitato

(ASI) Da qualche giorno i commercianti ternani hanno visto circolare un foglio (in allegato), anzi forse meglio un manifesto che li chiama a raccolta.
Un testo sintetico, rapido, d'impatto che grida un messaggio forte e chiaro. Il messaggio è l'unità, la compattezza:  BASTA DELEGARE AD ALTRI I NOSTRI PROBLEMI, DIFENDIAMOCI DA SOLI

Difendersi da forme di ingiustizia che colpiscono il mondo del lavoro, in una realtà piccola e non più florida come Terni: tasse esose e spesso inspiegabili come quella sull'ombra o sul materiale pubblicitario interno ai negozi (della quale ci siamo già occupati in un'intervista precedente).Fautore dell'iniziativa quello che ormai tutti conoscono come Roberto il negoziante indignato che, da tre settimane a questa parte, ha impostato la sua singolare iniziativa in funzione della tutela di chi, come lui, è costretto a superare ogni mese ostacoli nuovi, dalla concorrenza (sleale) asiatica alla mancanza di strategie di sviluppo di Comune e Regione.Un comitato sulla linea, o forse sull'esempio, di quell'associazionismo del Nord Europa  che, saltando l'ostacolo della divisione e dell'influenza della politica, riesce ad unire cittadini provenienti da substrati ed esperienze diverse, dando un indirizzo che permetta di sviluppare una omogeneità anche all'interno di gruppi estremamente eterogenei.Un Tea Party ternano? Probabile. Ma un TP simile a quello originario, a quello che vide coloni travestiti da indiani gettare le casse di the inglese nelle acque di Boston, per contestare l'odiato monopolio britannico sulle manifatture.Esiste già un movimento simile in Italia, seppure l'ingerenza politica abbia colpito e diviso molti dei suoi membri. Quello che è auspicabile, sempre nel contesto dell'esempio 'nordico', è che il comitato di Terni resti civico ed orientato verso un impegno comune, ponendosi anche come eccezione, come primo tassello di una forma di protesta pacifica che, per esistere e resistere, non debba per legarsi mani e piedi a due blocchi contrapposti. 
 
 

 

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