Circoncisione: Grande moschea Roma, va fatta solo in strutture sanitarie

(ASI) Roma - Il Centro islamico culturale d’Italia, noto come la Grande moschea di Roma, lancia un appello ai musulmani in Italia affinché si avvalgano unicamente di strutture sanitarie pubbliche o private per svolgere la circoncisione rituale.

L’appello, diramato in una nota a firma del Segretario generale, Abdellah Redouane, viene dopo quanto avvenuto in Emilia Romagna dove un bimbo di cinque mesi è morto nella notte tra venerdì e sabato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna dove è arrivato venerdì pomeriggio da Scandiano (Reggio Emilia) in condizioni disperate a causa di un intervento di circoncisione fatto in casa dai genitori, di origine ghanese. Redouane lancia quindi l’allarme contro le circoncisioni “fatte in casa o in ambienti tutt'altro che sterili, da persone non qualificate e che mettono a rischio i bambini, spesso piccolissimi, di morte o di malformazioni gravi”. Il problema è che in Italia “metà delle circoncisioni viene fatta in maniera clandestina per l'alto costo dell'operazione, che non è riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale. Il problema è noto, ne abbiamo parlato e ne parliamo ai congressi scientifici, ci siamo rivolti alle istituzioni e anche ai politici. Il Sistema Sanitario Nazionale non riconosce la pratica se eseguita per motivi cultuali e non medici, e questo porta chi non può permettersi di andare in clinica a rivolgersi a persone non qualificate”. Il Centro islamico culturale d’Italia è stato firmatario nel 2016 insieme ad altre entità religiose di un protocollo siglato all’interno dell’Azienza Ospedaliera Universitaria Policlinico Umberto I di Roma, per praticare la circoncisione rituale per maschi di religione ebraica e musulmana nell’ambito delle strutture sanitarie pubbliche, in regime di attività libero professionale e a un prezzo concordato e accessibile. “Segnaliamo una simile iniziativa promossa anche dalla Confederazione islamica italiana in Piemonte. Infine il Centro islamico culturale d’Italia con i suoi partner sta mantenendo i contatti con altre regione per portare questo modello nel resto del paese in modo da salvare vite umane”, conclude Redouane.

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