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Da settembre sconti bloccati sul prezzo dei libri: Per gli editori va bene, e per i lettori ?

(ASI) Chi a Natale è solito regalare libri, si affretti. Dal primo settembre entra in vigore la nuova legge sul prezzo dei libri che riduce la possibilità di fruire di sconti consistenti.

Una legge bipartisan, primo firmatario Ricardo Franco Levi del PD; approvata in via definitiva dal Senato e salutata con molto favore, anzi con un sospiro di sollievo, dal mondo dell’editoria. Sul fronte dei consumatori, per ora, le prese di posizioni contrarie più rilevanti sono giunte dai radicali.

Dunque, la nuova legge stabilisce alcuni punti cardine. Anzitutto, al primo comma del primo articolo, il diritto dell’editore o dell’importatore di stabilire il prezzo al consumatore finale dei libri venduti sul territorio nazionale. Poi, al comma 2 dello stesso articolo, fissa, per tutti i venditori, il tetto massimo dello sconto praticabile al 15%. E ciò, si noti, indipendentemente dalle modalità di vendita: il testo della norma puntualizza che è inclusa “la vendita per corrispondenza anche nel caso in cui abbia luogo mediante attività di commercio elettronico”. Insomma, librai, grandi e piccoli e tutti gli altri punti di vendita al dettaglio, dalla grande distribuzione alle librerie on-line (come il colosso Amazon, che pratica sconti anche del 40%), non potranno più fare sconti maggiori del 15% sul prezzo di copertina deciso dall’editore.

Rispetto a questa regola sono previste poche eccezioni. La prima è che l’editore (o l’importatore) può decidere di lanciare campagne promozionali che, per un periodo non superiore ad un mese, prevedano sconti, comunque non maggiori del 25%, a vantaggio degli acquirenti. Le campagne dovranno essere rivolte indistintamente a tutte le catene di rivenditori, e non solo a quelle collegate in vario modo alla casa editrice, e ciò per non sfavorire i piccoli librai indipendenti. Il rivenditore al dettaglio finale potrà decidere anche di non aderire a tali campagne, tenendo quindi ferma la sua libertà.

Tali campagne, però, non potranno essere fatte nel mese di dicembre, quello in cui, tradizionalmente, si registrano le maggiori vendite di libri: ecco un punto che ha dato modo di dire che la nornativa è a difesa degli interessi degli editori e librai, ma non dei consumatori. E’ infatti prevedibile che si potrebbe determinare, anche nei mesi prima di dicembre, un tacito accordo di cartello che blocchi gli sconti e non consenta ai consumatori di trovare occasioni di prezzi più bassi.

È poi prevista la possibilità di praticare uno sconto fino al 20% in ipotesi particolari, quali la vendita in occasione di manifestazioni di particolare rilevanza internazionale, nazionale, regionale e locale o in favore di ONLUS, centri di formazione, istituzioni o centri con finalità scientifiche o di ricerca, biblioteche, archivi e musei pubblici, istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, educative ed università.

Nessun tetto agli sconti, invece, per la vendita di libri per bibliofili, libri d’arte, libri antichi, libri usati e fuori catalogo (i cosiddetti “remainders”): per queste fattispecie, la nuova disciplina non si applica.

Secondo l’onorevole Levi (la legge è stata già ribattezzata con il suo nome) “la legge rappresenta un punto di equilibrio tra le esigenze degli editori, dei librai e dei consumatori ed è il frutto di un ascolto lungo ed attento di tutte le parti e di tutti gli operatori, i più grandi come i più piccoli, e di un tenace lavoro parlamentare”. Dello stesso tenore, sull’altra sponda parlamentare, le parole del senatore Franco Asciutti (Pdl), relatore al Senato, per il quale la legge offre “una tutela della cultura libraria ed una protezione della piccola e media editoria, che già da tempo avrebbero dovuto essere messe in pratica e che dovranno essere ulteriormente approfondite, per corrispondere alle nuove frontiere dell'editoria on line”.

Soddisfatto anche Marco Polillo, Presidente dell’ Associazione Italiana Editori (AIE) secondo cui la legge migliora notevolmente la attuale situazione di far west, attraverso una regolamentazione del mercato che garantisce ai lettori la possibilità di accedere alle varie offerte decise dagli editori sulla loro produzione, ma definisce in maniera certa i limiti entro cui si potranno fare le promozioni” e tutela le librerie dal mercato selvaggio.

Più esplicito ancora l’editore Giuseppe Laterza, per il quale si tratta di una normativa importante, che permette ai rivenditori indipendenti di difendersi “dalla concorrenza selvaggia e dalle massicce campagne di sconto delle grandi catene e dei supermercati come dei siti di vendita on-line come Amazon”. Laterza ha così dichiarato il motivo principale per cui è stata pensata la normativa.

E anche altri editori apprezzano: sul blog tematico del gruppo “i Mulini a vento” (Donzelli, Instar libri, Iperborea, La Nuova Frontiera, Minimum fax, Nottetempo, Voland), si ammette che legge che «non è quella che volevamo, ma volevamo una legge e questa è la migliore che potevamo ottenere».

E, dato che l’appetito vin mangiando, il 22 ottobre, a Matera, l' Associazione Forum del libro composta da Laterza, Sellerio, Giunti e Donzelli, lancerà la proposta di una legge quadro sul libro. “Non basta difendere i librai e i libri - dice Giuseppe Laterza - bisogna difendere i lettori, puntando al rafforzamento delle biblioteche, che sono centri di aggregazione sociale e culturale, non solo commerciale”. Si pensa alla raccolta di firme per una legge popolare che ridia valore e risorse alla lettura ed ai suoi luoghi “sociali”, come appunto le biblioteche. Ma il percorso è tutto da definire.

Intanto, le librerie on line accusano il colpo. Ibs.it, l' internet bookshop italiano più noto, ha lanciato un' offerta che è quasi una svendita per fine attività, denominata “fuori tutto”, con sconti fino al 75% sugli oltre centocinquantamila prodotti, tra cui i libri. La campagna è aperta fino al 31 agosto, cioè l’ultimo giorno prima dell’entrata in vigore della nuova legge.

Ma i venditori in rete non sono gli unici a contestare la legge. Tra i parlamentari, fuori dal coro i radicali, secondo i quali “in questi giorni, in cui si fa un gran parlare di casta accusando la casta della politica, questo provvedimento, riguardante l'aumento del prezzo dei libri, ci rientra a pieno titolo. Si parla di un'altra casta, quella dell'editoria”. La legge è definita dai radicali senza mezzi termini un provvedimento corporativo e protezionista” che, limitando gli sconti ed imponendo i prezzi per legge, dovrebbe imporre ed invogliare la lettura e l'acquisto di un libro, ma gli effetti saranno chiaramente opposti”.

E in molti, tra i lettori, cominciano a pensare che questo giudizio abbia qualche buon fondamento. Nel senso che, per proteggere le legittime aspettative degli editori, i costi si scaricano sui lettori. Ecco perché, quest’anno, chi vuol mettere i libri nelle strenne, è bene che si muova per gli acquisti entro agosto. Per quest’anno.

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