‘Utilizzo della muratura confinata in zona sismica’, parlano esperti con FBM

Convegno organizzato da Fornaci Briziarelli Marsciano alle Cantine Briziarelli di Bevagna
Riuniti ingegneri, architetti e geometri per ragionare su tecnica di costruzione degli edifici

(ASI) – Bevagna, Sisma e ricostruzione in Umbria. Dove la natura distrugge l’uomo è chiamato a creare e a quest’opera sanno di dover contribuire in tanti tra cui i numerosi ingegneri, architetti e geometri che venerdì 5 maggio si sono incontrati alle Cantine Briziarelli, a Vocabolo Colle Allodole di Bevagna, per ragionare sull’‘Utilizzo della muratura confinata in zona sismica’ nella costruzione degli edifici. Un convegno organizzato da Fbm Fornaci Briziarelli Marsciano in cooperazione con l’Ordine degli ingegneri della provincia di Perugia e il patrocinio della Fondazione della stessa categoria, di Regione Umbria e Dipartimento di ingegneria civile e ambientale (Dica) dell’Università degli studi di Perugia. Presenti, rispettivamente, il vicepresidente di Fmb Gianni Meneghini e per gli ingegneri i presidenti Roberto Baliani e Paolo Anderlini, mentre per la Regione sono intervenuti l’ingegnere Gianluca Fagotti del Servizio rischio sismico e Diego Zurli, direttore area Governo del territorio. Hanno partecipato, poi, i professori Massimiliano Gioffrè e Marco Mezzi del Dica che insieme ad altri colleghi, all’ingegnere Stefano Biondini dello studio Biondini&Corradi associati di Todi e a tecnici della Regione, hanno costituito un gruppo di ricerca. Anche Enzo Tonzani e Paolo Vinti, il primo presidente dell’Ordine dei geometri e geometri laureati e il secondo presidente dell’Ordine degli architetti, paesaggisti, pianificatori e conservatori della provincia di Perugia, hanno preso parte all’incontro.
“Per muratura confinata – ha spiegato Gioffré – si intende una tipologia costruttiva per la quale il compito di portare i carichi in direzione orizzontale e verticale viene attribuito ai blocchi in laterizio come se fosse una muratura portante. In più viene aggiunta una incorniciatura con travi e pilastri collegati, molto più esili rispetto a una struttura di cemento armato, che conferiscono un comportamento globale dei pannelli di muratura. Questi, cioè, si comportano come un singolo elemento strutturale. Ciò gli dà una maggiore resistenza e capacità di dissipare energia che è un fatto tecnico molto importante nelle costruzioni in zona sismica. La muratura confinata è una tecnica costruttiva antica, usata in Italia in passato, a Messina ad esempio, dopo il terremoto del 1908. Attualmente viene utilizzata in Paesi come il Cile o il Messico dove i terremoti hanno anche un’intensità significativa. È ormai ben sperimentata per quanto riguarda il confinamento di murature con blocchi di laterizio che hanno caratteristiche meccaniche, quindi resistenze, basse”. “Esistono tre tecniche di costruzione: muratura ordinaria, armata e confinata – ha aggiunto Fagotti – . In Italia, oggi, gli edifici in zona sismica vengono realizzati con strutture intelaiate in calcestruzzo armato o con un sistema tradizionale in muratura portante che non prevede armature all’interno del sistema in laterizio tranne alcuni casi. Noi crediamo che attraverso l’uso della muratura confinata si possa ridurre lo stato limite di danneggiamento dei fabbricati con l’utilizzo combinato del calcestruzzo armato e della muratura portante”. “C’è da sottolineare – ha commentato Mezzi – che gli edifici in muratura confinata di cui parliamo nel resto del mondo sono spesso dedicati a un’edilizia più povera nel senso che sono realizzati con laterizi meno prestanti di quelli italiani. In Italia, dunque, si potrebbe applicare questa tecna in maniera ingegnerizzata, utilizzando materiali di elevate prestazioni e una progettazione accurata e professionale rispetto a quello che si fa in altri Paesi ottenendo risultati importanti tali da assicurare la protezione sismica integrale, quindi l’assenza o la fortissima riduzione di danni anche in occasione dei terremoti più forti”. Nel corso del convegno è stato ricordato come “ci sia un vuoto normativo nell’ambito delle norme tecniche per la progettazione strutturale in Italia che ha ostacolato lo sviluppo della muratura confinata nel territorio”. “Durante la fase di stesura delle Norme tecniche sulle costruzioni del 2008 – ha concluso Gioffré –, con riferimento agli Eurocodici, è stata formulata una proposta di revisione. La muratura confinata, così, è stata inserita nella bozza delle ‘Nuove norme tecniche per le costruzioni 2017’. È comunque già possibile progettare in Italia con questa tipologia utilizzando l’Eurocodice 8”.

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