Hanno avuto un grande eco mondiale le dichiarazioni e le ricostruzioni del New York Times sugli accadimenti in Afghanistan. Mentre gli insorti ogni giorno aumentano gli assalti contro la coalizione, secondo un parlamentare afghano, celato dall'anonimato, il governo di Hamid Karzai starebbe trattando con il capo dell'organizzazione ribelle Haqqan, legata alla rete di al Qaeda e responsabile degli attacchi alle forze di coalizione.
Nella trattativa sarebbero coinvolte altri tre gruppi talebani, con base in Pakistan,legati alla shura di Quetta. Intanto dall'Italia il ministro degli affari esteri Frattini smentisce ogni trattativa segreta tra la Nato e i Talebani affermando:" L'Alleanza non ha partecipato in alcun modo alla trattativa pubblica tra il presidente Karzai e gruppi talebani che non sono legati ad Al Qaida e che decidono di rinunciare al terrorismo". Il Ministro ha aggiunto:"La NATO sostiene e incoraggia area per area l'azione di quelli che poi sono gli embrioni di un consiglio nazionale che si è già costituito: il consiglio della pace ha l'obbiettivo di riunire le organizzazioni talebane che devono rinunciare in modo irreversibile al terrorismo e alla violenza rompendo ogni legame con al Quaeda, rispettando la costituzione e i diritti, ad esempio quelli delle donne". Intanto il Rappresentante del segretario dell'Onu in Afghanistan, Staffan de Mistura, commenta l'elezioni preliminari afgane del 18 settembre scorso affermando:"Apprezziamo il lavoro coscienzioso fatto precedente l'annuncio dei risultati preliminari. Il numero dei voti presenta però notevoli brogli ed irregolarità; il percorso elettorale non sembra essere completo ed i risultati non sono ancora definitivi. Guardiamo con attenzione la fase successiva di questo processo e coloro che hanno permesso tali irregolarità dovranno assumersi le proprie responsabilità" concludendo che l'ONU offrirà sostegno logistico e tecnico nell'organizzazione delle elezioni augurandosi che si svolgano in modo regolare e tempestivo. Pace separata, smentite Nato, brogli elettorali, guerriglia degli insorti sempre viva, aumento dei morti dei civili afgani e pakistani, incremento dei caduti della coalizione. Una cosa è certa i dati confermano che la coltivazione dell’oppio in quelle zone non è scesa. A chi giova il dramma delle popolazioni e la destabilizzazione di questa area geopolitica strategica?
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