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Libia: in fiamme la sede centrale del governo

(ASI) Sempre più preoccupante la situazione libica dopo le rivolte che hanno insaguinato il Paese.

Secondo la testimonianza della tv satellitare al-Arabiya, a Tripoli, la sede centrale del governo sarebbe stata data alle fiamme dai rivoltosi così come la sede della tv pubblica.

Intanto si pensa che il leader Gheddafi sia scappato dalla Libia per rifugiarsi in Venuezela: notizia smentita dal figlio del Colonnello, Saif al Islam, che in un messaggio alla tv di stato, ha aggiunto che se non si troverà al più presto un dialogo con i rivoltosi, la Libia sarà ulteriormente segnata da scontri che potrebbero degenerare in una vera e propria guerra civile. Saif al Islam ha anche lasciato intendere più volte nel suo discorso che il Paese sia oggetto di un complotto ordito dall'estero che sta cercando di destabilizzare il Paese, annunciando che, se le rivolte non saranno fermate, le coste libiche saranno occupate dalle flotte americane e europee facendo perdere l'indipendenza alla nazione.

A seguito delle tanta vittime di ieri continua ad infiammarsi la diplomazia internazionale: Il Ministro degli Esteri britannico William Hague in una telefonata a Saif al Islam, visto come uno dei possibili successori di Gheddafi, avrebbe invitato le istituzioni a cercare un dialogo con i manifestanti per avviare una risoluzione pacifica; preoccupato anche il Ministro Franco Frattini che ha espresso la sua ansia per l'ipotesi della creazione di un emirato islamico a Bengasi. La Bbc ha annunciato che gli ambasciatori dell'India della Cina e della Lega Araba in Libia avrebbero rassegnato le dimissioni per protestare contro l'utilizzo dimercenari africani per sedare le rivolte.

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